farmaci antiassorbitivi

I farmaci antiriassorbitivi tra cui anche i bifosfonati sono una classe di farmaci che inibiscono il riassorbimento osseo. Vengono prescritti per la terapia dell’osteoporosi o in caso di tumori quando dono presenti metastasi ossee. Possono anche essere prescritti se il paziente ha
condizioni osteometaboliche alterate.

Farmaci antiriassorbitivi: cosa sono e quando vengono prescritti

I farmaci antiriassorbitivi sono una classe di farmaci che inibiscono il riassorbimento osseo rallentandone il processo di distruzione.
Quando vengono assorbiti e si depositano interagiscono con gli osteoclasti, le cellule deputate al riassorbimento osseo e ne inibiscono
la proliferazione. Sono quindi farmaci in grado di limitare i processi di riassorbimento osseo e favoriscono indirettamente una migliore
mineralizzazione dell’osso.
Vengono prescritti nei casi in cui è presente una grave osteoporosi, o per controllare complicanze metastatiche a livello osseo, soprattutto in caso di alcuni tumori maligni come il mieloma multiplo, il carcinoma alla prostata e quello mammario.
La loro dose e la modalità della loro assunzione (orale, endovenosa, intramuscolare) nonché la durata della terapia influenzano gli effetti
collaterali che possono essere riscontrati a livello del cavo orale.

Quali effetti collaterali possono dare nel cavo orale?

La lunga durata di alcuni trattamenti con bifosfonati e farmaci antiriassorbitivi potenzialmente crea un effetto collaterale: la
osteonecrosi dei mascellari (ONJ) cioè una progressiva distruzione e necrosi dell’osso mandibolare e/o mascellare in assenza di una
contestuale esecuzione di radioterapia.
I sintomi che possono essere associati a questa complicanza sono:

  • La comparsa di infezioni;
  • L’esposizione di osso nel cavo orale;
  • L’alitosi;
  • Le alterazioni della sensibilità delle labbra, fastidio o dolore

Le zone intraorali rivestite da mucosa a livello delle sedi mandibolari e mascellari sembrano essere le uniche sedi dove questa necrosi si
manifesta, probabilemente perché in questa sede vi è una vicinanza tra osso e ambiente esterno mediata dalla presenza dei denti e del loro apparato di supporto.
Dal 2008, la lista dei farmaci con rischio di ONJ si è allungata: tra questi il denosumab e quelli “a bersaglio molecolare”, impiegati principalmente nelle terapie antitumorali.
Sono stati evidenziati alcuni fattori di rischio aggiuntivi oltre alla assunzione del farmaco : l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la terapia
eventualmente associata con cortisonici. Il soggetto diabetico, soprattutto se scompensato è a maggior rischio, così come lo è per lo
sviluppo di parodontite.

Attenzioni e precauzioni

Il paziente che va dal dentista deve sempre informarlo relativamente alla propria anamnesi, aggiornando eventuali patologie che subentrano così come l’assunzione di farmaci.
L’odontoiatra ha, nella complicanze necrotica descritta un ruolo primario e anche l’Igienista dentale e deve essere a conoscenza di questa problematica perché in alcuni casi la sola seduta di igiene orale professionale può costituire una operatività a rischio. Il paziente deve avvisare lo specialista sui tempi e sulle modalità di somministrazione del farmaco affinchè non vengano programmate terapie non adeguate alla condizione medica del paziente. Inoltre è opportuno che l’odontoiatra visiti il paziente prima che quest’ultimo inizi una terapia con i bifosfonati o gli altri farmaci della categoria degli antiriassorbitivi in modo da far precedere alla terapia farmacologica eventuai interventi dentali delicati.

Igienista dentale e dentista possono essere le prime figure sanitarie a intercettare la malattia agli esordi e a farne diagnosi attraverso la triade
ANAMNESI- ESAME RADIOGRAFICO – ESAME OBIETTIVO.
La presenza delle patologie infiammatorie croniche più comuni del cavo orale quali la parodontite, la carie destruente, le perimplantiti, aumenta sensibilmente il rischio di ONJ, soprattutto a causa della presenza di batteri e per la frequente necessità di procedure chirurgiche necessarie per la loro risoluzione soprattutto dei gravi difetti parodontali.
La maggiore probabilità di complicanza ONJ deriva però dalla estrazione dei denti; è proprio questa guarigione la più difficile nei soggetti sopra menzionati; da non dimenticare anche i decubiti dovuti alle protesi rimovibili che possono esitare in ONJ soprattutto nei soggetti anziani.

Quali terapie odontoiatriche si possono eseguire?

La assunzione di farmaci ONJ-correlati per patologia oncologica rappresenta una controindicazione all’implantologia e all’esecuzione delle terapie chirurgiche e non chirurgiche che esitano in una ferita che rischia di avere questa complicanza.
Diversa è la condizione in cui il farmaco è assunto per tenere controllata l’osteoporosi: in questi casi l’attenta valutazione del tipo di farmaco, del dosaggio e della via di somministrazione aiutano il clinico a decidere quali terapie sia possibile eseguire, anche attraverso un consulto con il medico di base, il geriatra, reumatologo o ginecologo prescrittore della terapia.

CONCLUSIONI

L’Odontoiatra deve sempre avere una anamnesi medica e farmacologica aggiornata. Quando il paziente coomunica che è in terapia con farmaci antiriassorbitivi per la cura della osteoporosi o per le terapie delle metastasi è necessario che l’Odontoiatra e l’Igienista siano informati in modo molto preciso. Non tutte le terapie dentali o parodontali possono essere eseguite nei pazienti che sono in terapia con queste categorie di farmaci in quanto vi è il rischio che si sviluppi osteoradionecrosi (ONJ) a carico dei mascellari.
È necessario sempre un approccio di prevenzione, anche da parte del medico prescrittore del farmaco; la diagnosi precoce della complicanza risulta altrettanto importante, per evitare che la terapia di questa fastidiosa ulcerazione e necrosi sia poi faticosa e invalidante.

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